Sono ormai passati quasi due anni dall’inizio della pandemia e la situazione psicologica a livello collettivo e individuale è notevolmente peggiorata.
Se da una parte, la campagna vaccinale ha rassicurato molte persone, dall’altra, in molti casi si sono accentuate divisioni all’interno di contesti sociali, relazionali e familiari, complici anche le differenti posizioni sul tema vaccinale.
Il Covid -19 ci ha fatto sperimentare un intenso stato di allarme e sensazioni di impotenza che non avevamo mai vissuto prima: incertezza generale, paura di ammalarsi o far ammalare, ipocondria, insonnia, difficoltà economiche, ansia da contagio, violenza domestica, preoccupazioni costanti per un futuro tutto da ridefinire.
Accanto a queste difficoltà, si è aggiunto il dolore della perdita di tante persone morte da sole, di lutti spesso non condivisi davanti alla morte di un parente che non si è avuto il tempo di salutare, a cui non si è potuto fare un funerale e celebrare un rito necessario per elaborare una perdita.
Inoltre, chi ha provato in prima persona l’esperienza della malattia, ha spesso dovuto affrontare in solitudine l’intero percorso di guarigione, lasciando dei segni profondi emozionali anche una volta guarito fisicamente.
Long Covid
Accanto ad una situazione già difficile, è emersa anche la condizione di Long Covid ossia l’insieme di difficoltà fisiche e psicologiche di chi ha avuto il Covid anche a distanza di alcuni mesi dalla malattia e dalla guarigione fisica.
Molti sintomi del Long Covid sono di natura fisica, come affaticamento, difficoltà respiratorie, ma anche psicologici: disturbi della memoria, stress, depressione, senso di smarrimento.
Maggiormente colpite le donne di età compresa tra i 35 e i 69 anni e le persone anziane che già vivono condizioni di fragilità (fonte OMS) con un peggioramento della loro qualità di vita.
Lo stress, la depressione, le crisi d’ansia a distanza dall’evento, non risparmiano neanche coloro che hanno vissuto un lutto per persone vicine o famigliari decedute e le persone che hanno perso il posto di lavoro e si sono trovate in condizione di ristrettezza economica.
Il rischio sempre più concreto di questa situazione è che si possa ricorrere all’utilizzo smoderato di farmaci per avere qualche sollievo immediato mentre sarebbe meglio evitare ansiolitici o interventi medicalizzanti.
Gestire il cambiamento
Sicuramente è necessario aiutare adulti, anziani e famiglie che vivono situazioni di disagio psicologico aiutandole ad apprendere nuove modalità per fronteggiare questo cambiamento epocale.
Imparare, quindi, a fronteggiare al meglio il tempo presente e quello futuro, un tempo ancora incerto ma al quale siamo tutti chiamati a rispondere nel miglior modo possibile.
Per saperne di più, contattami