“Prendete la vita con leggerezza che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” recita Italo Calvino nel libro “Lezioni Americane”.
In questo particolare momento storico, pieno di preoccupazioni, incertezze su un futuro ancora tutto decifrare, riuscire ad essere leggeri sembra quasi un’utopia, un’impresa impossibile.
Paura dei cambiamenti
La sofferenza che sentiamo e viviamo dipende sicuramente dagli eventi della vita che ci accadono ma spesso deriva dal modo in cui giudichiamo e guardiamo questi eventi, dal come ce li raccontiamo.
Diciamo a noi stessi e agli altri le cose che non vanno, che siamo tristi, delusi, affaticati, senza renderci conto che il modo in cui narriamo la nostra storia la rende a noi stessi ancora più reale e, soprattutto, come l’unica possibile, senza alternative.
Ad esempio, quando ci diciamo: “Non ho tempo, ci vorrebbe una giornata di 30 ore per fare tutto”, ci percepiamo incapaci e impotenti, impossibilitati a concederci una sosta e a vedere altri orizzonti possibili.
Dietro questo atteggiamento, si cela spesso la paura di affrontare i cambiamenti, di lasciare andare vecchie abitudini facendoci scegliere più o meno consapevolmente di restare nella nostra zona di comfort.
Si attende che miracolosamente le cose prima o poi cambino da sole, si modifichino e passino, continuando a lamentarci se ciò non accade, come dice Laura Campanello nel suo libro “Leggerezza”. Sfortunati ed impotenti verso possibili cambiamenti, non riusciamo a prendere la responsabilità e l’impegno di provare altre strade.
Incontrando la leggerezza
La leggerezza, invece, rimanda alla delicatezza, alla dolcezza, alla gentilezza, all’idea di cambiare sguardo, perché là dove la vita non cambia, possiamo cambiare noi il modo di viverla.
Incontrando la leggerezza, ci riconosciamo anche più vulnerabili, più fragili. Se viene accettata e integrata dentro di sé, la vulnerabilità è una fonte ricca di emozioni e di sensibilità verso il vivere.
Si diventa leggeri quando si attraversa il dolore che ognuno porta con sé, i propri macigni sul cuore, le proprie perdite: quella delle persone amate, la perdita dell’amore, la perdita di fiducia, la perdita di significato nella vita.
Imparare la leggerezza
Per poter arrivare ad essere leggeri e iniziare a risollevarci, quindi, è necessario anche zoppicare un po’. Ma è vero, come dice la scrittrice Etty Hillesum nel suo diario che “la vita è difficile ma non è grave e che si può ricavare qualcosa di positivo in tutte le circostanze”.
Imparare ad essere leggeri, a togliere i pesi che ci portiamo sulle spalle, sul cuore, significa mettersi al di sopra delle nostre sofferenze e lasciare andare quello che ormai non ci serve più.
La leggerezza, quindi, è una capacità che si può apprendere e praticare: ha a che fare con il modo personale di vedere il mondo, di intendere il tempo; è la capacità di esercitare uno sguardo attento, di provare gratitudine, di recuperare il contatto con la Natura e, soprattutto, di ricordarsi di vivere nel presente.
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