Nel famoso libro “L’arte di amare”, Erich Fromm descrive l’amore come un’arte, ossia se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo di quando vogliamo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria. E aggiunge: “Non si deve mai cominciare a imparare un’arte direttamente, ma indirettamente. Bisogna imparare un gran numero di altre cose – spesso apparentemente sconnesse tra di loro – prima di accostarsi all’arte stessa.”
Quindi per poter amare, l’artista dovrà esercitarsi giorno per giorno, scegliere consapevolmente di prendersi cura di sé e degli altri, senza aspettare la persona perfetta di cui innamorarsi.
Essere in amore
L’amore è un sentimento attivo, non passivo; è una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto dare e non ricevere.
Non solo ha un significato attivo, ma il verbo amare spesso nasconde un significato più profondo. Quando noi diciamo “io ti amo”, più correttamente dovremmo dire “io sono in amore con te”. In quest’ultimo caso stiamo affermando un processo interno di apertura che non si ferma ad una sola persona. Dare dà più gioia che ricevere, perché nell’atto di dare mi sento vivo.
Come dice Fromm: “Se amassi veramente una persona, amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro “ti amo”, devo essere in grado di dire, “amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso”.
Far entrare l’amore
Molto spesso però ricevere amore è molto più spaventoso e minaccioso che darlo, perché per ricevere bisogna aprirsi. Può capitare di non essere capaci di accogliere l’amore di qualcuno o addirittura di respingerlo. Per quanto possiamo desiderare l’amore, ne abbiamo spesso paura e abbiamo difficoltà ad aprirci all’amore.
Quando l’amore è effettivamente disponibile, può accadere che siamo noi a sabotare il rapporto creando un conflitto che possa giustificare il nostro comportamento così ci possiamo di nuovo sentire al sicuro, giustificando a ragione la nostra chiusura.
La chiave di volta sta nel lasciare venire l’amore a noi. Questo è quel che intende il poeta Rumi quando dice:”Per trovare l’amato devi diventare l’amato“.
Amore perfetto, relazioni imperfette
L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal proprio centro. L’amore, sentito così, è una sfida continua; non è un punto fermo, ma un insieme vivo, movimentato, indipendentemente se c’è armonia o conflitto, gioia o tristezza.
Sono le ferite del cuore che ci portiamo dalle nostre relazioni passate con le figure più importanti, il non sapere che possiamo essere amati per come siamo, a impedirci di avere fiducia nell’amore.
Tutti noi abbiamo diritto all’amore, il problema è che lo cerchiamo nei posti sbagliati: fuori di noi, nelle nostre relazioni imperfette, con persone imperfette, ferite esattamente come noi.
Ognuno ha i suoi timori, i suoi angoli bui, le insicurezze, le tendenze aggressive o manipolative, i suoi punti deboli che chiudono i canali attraverso i quali l’amore può scorrere liberamente.
Amare se stessi
Le relazioni umane agiscono da cartina di tornasole.
Niente come una relazione ci mostra dove siamo congelati, chiusi, dove facciamo fatica a entrare in contatto, dove abbiamo più paura e dove rifiutiamo di accettare la realtà. Nient’altro porta così velocemente alla superficie la nostra ferita profonda, esponendo tutti i modi in cui continuiamo a sentirci non amati.
Compito dello psicologo è proprio quello di aiutare la persona a incontrare se stessa, a rimuovere tutti gli ostacoli interni che impediscono di aprire il cuore, aiutandola a sperimentare nuovi percorsi, nuove possibilità, nuove esperienze d’amore.
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